Moncler, dai paninari alla Borsa. Un piumino da 11 miliardi.

La società, fondata nel 1952 in una località vicino a Grenoble, produceva inizialmente sacchi a pelo. Diventata pop negli anni ’80 con i paninari, ha sfiorato il crac a inizio anni 2000. Dopo diversi riassetti nell’azionariato, è sbarcata in Borsa nel 2013 e oggi ha quadruplicato il suo valore in Borsa. E oggi fattura circa 1,4 mld.

Se l’operazione di acquisizione di Moncler da parte di Kering andrà in porto, la società del piumino diventerà un vero e proprio caso di scuola per la Borsa e la moda italiana. La società, che a inizio anni 2000 era praticamente quasi scomparsa, oggi macina oltre un miliardo di fatturato. Per l’esattezza ha chiuso il 2018 con un giro d’affari di 1,42 miliardi di euro(+22%), un utile netto di 332,4 milioni (+33%) e una cassa per oltre 450 milioni di euro.

I conti del 2019 sono in ulteriore crescita e in Borsa la capitalizzazione sfiora gli 11 miliardi di euro. Come se non bastasse, nei giorni scorsi Remo Ruffini, numero uno del gruppo, oltre che principale azionista con una quota del 22,5% delle azioni, a Londra, al Fashion Awards 2019, è stato premiato come business leader del 2019